Entrano in vigore le nuove norme che regolano gli autovelox, il loro posizionamento e uso.

Al di fuori delle autostrade e strade extraurbane, sarà solo il Prefetto a decidere dove potranno essere collocati gli autovelox con contestazione differita. Il Prefetto però non potrà stabilire arbitrariamente dove installarli: potrà autorizzarne l’utilizzo solo nelle aree ad alto tasso di incidenti, in cui è documentata l’impossibilità o la difficoltà di contestazione immediata basata sulle condizioni strutturali della strada.

Questo significa che ogni decreto prefettizio dovrà essere accompagnato da una perizia che dimostri:

  • L’elevato numero di incidenti stradali;
  • L’impossibilità di bloccare i conducenti al momento stesso dell’infrazione.

Sulle strade urbane, gli autovelox potranno essere utilizzati solo se il limite di velocità non sarà inferiore a 50 km/h.

Nelle strade extraurbane invece, gli autovelox potranno essere installati solo se il limite di velocità è quello imposto dal Codice della Strada.

Inoltre, gli autovelox dovranno essere collocati nel rispetto di alcune distanze minime gli uni dagli altri. Lo scopo in questo caso è evitare il fenomeno delle multe seriali, ovvero tutte quelle infrazioni al Codice della Strada commesse a brevi distanze temporali e spaziali.

Spesso infatti accade che, nel percorrere un unico tratto di strada, gli automobilisti incorrano in molteplici violazioni a causa di autovelox molto ravvicinati.

Se infatti si prenderanno più multe dallo stesso autovelox o nello stesso tratto di strada di competenza di un solo ente, come ad esempio il Comune, l’automobilista pagherà una sola multa: la più severa maggiorata però di un terzo.

È importante sottolineare però che il nuovo decreto, nonostante le importanti novità che contiene, non risolve il nodo legato alle omologazioni degli autovelox, che è stato sollevato dall’ordinanza della Cassazione n. 10505/2024, secondo cui approvazione e omologazione sono due cose separate (la seconda implica un controllo molto più pervasivo) che vanno entrambe eseguite una tantum prima di utilizzare l’apparecchio.

La taratura, invece, va ripetuta ogni anno e di essa deve essere dato atto nel verbale.

Il conducente multato può sempre chiedere l’esibizione dei documenti che comprovano queste tre verifiche (approvazione, omologazione, taratura) tramite un accesso agli atti amministrativi, in modo da verificare se le stesse sono state effettivamente e correttamente eseguite.

Insomma, stop agli autovelox selvaggi!

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